Mostra MedIT 98-18. Venti anni di archeologia italo-marocchina

Sabato, 20 Ottobre 2018
MedIT 98-18. Venti anni di archeologia italo-marocchina
Il 2 novembre prossimo si aprirà alla Galleria Bab Rouah di Rabat la mostra MedIT 98-18. Venti anni di archeologia italo-marocchina. Le ricerche dell'Università di Siena, organizzata dall'Ambasciata d'Italia, dall'Istituto Italiano di Cultura, dall’Agenzia di Cooperazione allo Sviluppo e dall'Università di Siena in collaborazione con il Ministero della Cultura e della Comunicazione del Regno del Marocco. La mostra fotografica celebra i 20 anni di ricerche archeologiche che l’università italiana ha condotto in Marocco e la lunga collaborazione con le istituzioni e le università marocchine. Verranno illustrati i risultati ottenuti, le metodologie utilizzate in questi anni, le attività di formazione e i laboratori, gli studi per la preservazione e la valorizzazione del patrimonio archeologico marocchino, condotti in collaborazione con la Direzione del Patrimonio Culturale del Marocco, la Fondazione dei Musei, l'Institut National des Sciences de l'Archéologie et du Patrimoine e l'Università Mohamed V di Rabat.
I progetti pluriennali si sono svolti nei principali siti archeologici e hanno contribuito, con nuovi dati archeologici, alla ricostruzione della storia del Marocco attraverso il tempo. Il primo sito oggetto di indagine è stato quello di Thamusida (nei pressi di Kenitra), indagato dal 1998 al 2010. A Thamusida sono state sperimentate le tecniche di documentazione, diagnostica e rilievo, dalle indagini geofisiche al rilievo digitale del terreno fino alle ricostruzioni tridimensionali di molte delle strutture studiate. Thamusida è un villaggio sorto in età maura che ha avuto una lunga storia, diventando prima un insediamento militare romano nel I secolo d.C., poi abitato fino all’età islamica. Dopo l’esperienza acquisita a Thamusida, dal 2011 al 2015 si sono svolte le ricerche a Lixus, una città posta nel nord del Marocco nei pressi dell’odierna Larache, che già nel primo millennio a.C. era stata occupata da coloni venuti dall'Oriente, poi abitata senza soluzione di continuità fino all’epoca islamica.
Attualmente è in corso il “Progetto di preservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico del Marocco”, frutto della collaborazione della cooperazione Italiana con il Ministero della Cultura. Nel 2015 questo progetto ha permesso di stipulare una Convenzione di partenariato scientifico, tecnico e culturale tra la Direzione del Patrimonio Culturale del Ministero della Cultura e l’Università di Siena. Grazie a questa collaborazione sono stati realizzati una serie di studi e ricerche volti al restauro e alla valorizzazione di alcuni importanti monumenti e siti del patrimonio storico marocchino: la Medersa di Chellah, il palazzo del governatore (il cosiddetto ‘Palais de Gordien’) a Volubilis e il sito di età maura e romana di Zilil nel nord del Marocco vicino ad Assilah. Quest’ultimo progetto ha visto l’applicazione delle moderne tecnologie di acquisizione ed elaborazione dei dati, la realizzazione della fotogrammetria tridimensionale da drone, le ricostruzioni 3D e le indagini geofisiche su tutta l’estensione del sito con l’individuazione dei limiti dell’antica città romana in vista delle future attività di scavo previste per il 2019.
 
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