Un progetto di valorizzazione documentaria le petizioni dei banditi degli anni 1321 e 1329 (ASS, Biccherna 731-732)

Il DSSBC ha avviato nel 2020 un progetto di valorizzazione documentaria di due registri del fondo Biccherna, la magistratura finanziaria del comune di Siena, risalenti al XIV secolo.
Il progetto si avvale della collaborazione dell’Archivio di Stato di Siena ed ha preso avvio grazie a un fondo di ricerca specifico stanziato dal Dipartimento che ha reso possibile l’attivazione di una borsa di ricerca (vinta dalla dottoressa Laura Biggi).
Il ricchissimo patrimonio documentario di natura giudiziaria conservato nel fondo Biccherna (e segnatamente nella serie Banditi e carcerati) appare quasi inesplorato: esso rappresenta una vera miniera di opportunità non solo per lo studio della procedura giudiziaria, della produzione e della conservazione degli atti, delle interferenze fra amministrazione finanziaria e giustizia, ma anche per l’analisi dei fenomeni sociali e politici ad essa sottesi.
Con l’obiettivo di mettere in luce e sfruttare dunque potenzialità di sedimentazioni documentarie che non sono state oggetto di analisi sistematica, il progetto mira alla schedatura analitica delle petizioni dei banditi e condannati “pro maleficiis” rivolte al comune di Siena in due occasioni (anni 1321 e 1329) per ottenere il “benefitium rebannimenti”, beneficio a cui era possibile accedere secondo criteri fissati da commissioni di esperti. Le petizioni oggetto di trattamento informatico sono conservate nel fondo Biccherna, serie Banditi e carcerati, nn. 731 e 732, presso l’Archivio di Stato di Siena. Il registro 731 consta di 1093 carte più 31 del repertorio e contiene 852 petizioni; il registro 732 è costituito da 384 carte che contengono 587 petizioni.
Si tratta di oltre 1400 petizioni, testi dalla struttura formale regolare, costruiti secondo schemi retorici e formulari spesso ripetitivi che consentono di gettare luce oltre che sul dispositivo del bando e sulle sue implicazioni finanziarie/economiche, sulla fisionomia dei banditi, la loro storia giudiziaria, l’esperienza della contumacia, la loro volontà di reinserimento nel corpo protetto della civitas, le condizioni del reintegro. L’analisi del lessico e dei moduli retorici utilizzati per ottenere la “grazia” consentirà di indagare, da questa peculiare angolatura, il rapporto tra sudditi e stato che tale prassi instaura e le conseguenze in termini di costruzione e legittimazione.
Coordinatrice e responsabile scientifica del progetto:
- Roberta Mucciarelli