"Documenti di Identità" - Bibliografia

San Salvatore al monte Amiata

Per quanto riguarda San Salvatore al monte Amiata e, più in generale, l’area amiatina, grazie all’edizione di Wilhelm Kurze della parte più antica del diplomatico, gli studi sono abbondanti, a partire da quelli di Kurze stesso ma con prevalente attenzione all’alto medioevo. Si vedano al riguardo, innanzitutto l’edizione

  • Codex diplomaticus Amiatinus. Urkundenbuch der Abtei S. Salvatore am Montamiata. Von den Anfängen bis zum Regierungsantritt Papst Innozenz III. (736-1198), bearb. von W. Kurze, I-IV, Tübingen 1974-1982-2004-1998;

inoltre, gli studi di Kurze, riuniti in:

  • W. Kurze, Monasteri e nobiltà nel Senese e nella Toscana medievale. Studi diplomatici, archeologici, genealogici, giuridici e sociali, Siena 1989;
  • Idem, Studi toscani. Storia e archeologia, Castelfiorentino (Firenze) 2002 (Biblioteca della “Miscellanea storica della Valdelsa”, 17) e
  • Idem, Scritti di storia toscana. Assetti territoriali, diocesi, monasteri dai longobardi all’età comunale, a cura di M. Marrocchi, Pistoia 2008 (Biblioteca storica pistoiese, XVI).

Ancora:

  • M. Marrocchi, Monaci scrittori. San Salvatore al monte Amiata tra Impero e Papato (secoli VIII-XIII), Firenze 2014 (Reti Medievali e-book, 18), dalla cui bibliografia è possibile trarre ulteriori rimandi; successivamente al 2014, si vedano almeno
  • S. Manganaro, I mundeburdi degli Ottoni per monasteri regi dalla Lombardia al Monte Amiata: concetti e funzionamenti, «Aevum» 89/2 (2015), pp. 265-300.
  • P. Tomei, Da Cassino alla Tuscia: disegni politici, idee in movimento. Sulla politica monastica dell’ultima età ottoniana, «Quaderni storici» CLII/2  (2016) pp. 355-382;
  • R. Stone, Exploring Minor Clerics in Eearly Medieval Tuscany, «Reti medievali rivista», XVIII/1 (2017), pp. 67-97;
  • M. Maskarinec, Why Remember Ratchis? Medieval Monastic Memory and the Lombard Past, «Archivio Storico Italiano», DCLIX, 2019, 1, pp. 3-57 e
  • M. Marrocchi, San Salvatore ai tempi dell’abate Winizo, in Le cripte medievali della Toscana. I, Abbadia San Salvatore. Atti del convegno, Abbadia San Salvatore, 1° agosto 2019, a cura di G. Tigler, (I quaderni dell’Istituto per la valorizzazione delle abbazie storiche della Toscana, IV), Sinalunga (SI), 2020, pp. 57-65.

Per il Duecento amiatino, si vedano almeno

Contributi di taglio archeologico ma con profonda attenzione al dato documentario li ha dati in tempi più recenti Roberto Farinelli, del quale si vedano

  • R. Farinelli et alii, Chiese e popolamento nella Tuscia dell’alto Medioevo: un approccio quantitativo alla documentazione diplomatica altomedievale del monastero di S. Salvatore al Monte Amiata, in Chiese e insediamenti nei secoli di formazione dei paesaggi medievali della Toscana (V-X secolo), Atti del seminario di San Giovanni d’Asso – Montisi, 10-11 novembre 2006, a cura di S. Campana, C. Felici, R. Francovich, F. Gabrielli, Firenze 2008, pp. 297-336, e
  • R. Farinelli, Churches and Social Elites in Early Medieval Tuscany: A Quantitative-Statistical Approach to the Episcoplal Archive of Lucca, in Churches and Social Power in Early Medieval Europe: Integrating Archaeological and Historical Approaches, ed. by J.C. Sánchez Pardo and M.G. Shapland, Turnhout 2015 (SEM 42), pp. 157-181.
Sant’Antimo

Per quanto riguarda Sant’Antimo, il quadro degli studi storici è incomparabilmente più esiguo e questo si deve, in primo luogo, proprio alla diversa situazione documentaria. Per la bibliografia più datata si può fare riferimento a uno studio del sopra citato W. Kurze, Sulla storia dell’abbazia toscana di S. Antimo nella valle dello Starcia, in Idem, Monasteri e nobiltà cit., pp. 319-337.

Si aggiungano numerosi contributi recenti di archeologi a partire dalla

  • Carta  archeologica della provincia di Siena, Montalcino, vol. XII, a cura di S. Campana,  Siena 2013 – e di storici dell’architettura:
  • Nuove ricerche su Sant’Antimo, a cura di A. Peroni e G. Tucci, Firenze 2008 e
  • W. Angelelli, F. Gandolfo, F. Pomarici, Aula egregia, I, L’abbazia di Sant’Antimo e la scultura del XII secolo nella Toscana meridionale, Roma 2009.
  • Per la cosiddetta Bibbia di Sant’Antimo, sia sul lato delle miniature sia su quello paleografico, si rimanda al classico E.B. Garrison, Studies in the history of Mediaeval Italian Painting, I-IV, Firenze 1953-1960, III, pp. 47-49 
  • A. Bisaccioni, La Bibbia romanica di Montalcino, relatrice prof. M.G. Ciardi Dupré, Firenze, Facoltà di Lettere e Filosofia, 1994.
  • Sono più note le vicende tardo medievali di Sant’Antimo, nonostante il declino della fondazione, per i legami con santa Caterina da Siena – M.I. Castellano, Santa Caterina e l’abbazia di Sant’Antimo, tre lettere cateriniane, Siena 1999 – e per i rapporti con le comunità di Montalcino e del più prossimo Castelnuovo dell’Abate, per cui si vedano almeno M.A. Ceppari, Un abate inquisito. Giochi d’amore e di potere tra Montalcino, Sant’Antimo, Siena e Firenze (1421-1440), Siena 1992 ed Eadem, La lite del grano: un terratico conteso tra Sant’Antimo e Castelnuovo dell’Abate (1421), Siena 1994, anche per le dinamiche conservative della documentazione. La breve stagione della rivista «Anthimiana», dal 1997 al 2002, offre diversi i contributi di interesse.

Va ancora rilevato che, con l’approdo al Duecento e il volgere al Tardo medioevo, sono meno indagate le vicende relative all’area amiatino-valdorciana con uno prospettiva “interna” all’area e con particolare riferimento agli enti monastici o, comunque, all’incontro tra le esperienze religiose e le dinamiche sociali e istituzionali, anche in relazione a poteri esterni. A ciò in parte suppliscono proprio gli studi relativi alle città contermini, in particolare Siena: per quanto riguarda temi legati a monachesimo, ordini religiosi, istituzioni ecclesiastiche, si veda M. Pellegrini, Chiesa e città. Uomini, comunità e istituzioni nella società senese del XII e XIII secolo, Roma 2004 (Italia Sacra, 78) e studi successivi dello stesso, da ultimo Idem, La conversione di frate Bernardo. Realtà e memoria delle origini olivetane nella Toscana del primo Trecento, in Bernardo Tolomei e le origini di Monte Oliveto, Atti del Convegno di studi per il VII centenario di fondazione dell’abbazia (Monte Oliveto Maggiore, 9-10 maggio 2019), a cura di Giancarlo Andenna, Mauro Tagliabue, Cesena 2020 (Italia benedettina XLV), pp. 29-70. Assai meno aggiornata e approfondita è la ricerca relativa ad Orvieto, città di estrema importanza per il territorio cui si fa riferimento, tanto più per le tematiche in questione. Si fa ancora ricorso a un’opera uscita nel 1952 nella sua edizione originale come D. Waley, Medieval Orvieto. The political history of an Italian City-State, 1157-1344, Cambridge 1952 (poi tradotta in italiano col titolo Orvieto medievale. Storia politica di una Città-Stato italiana, 1157-1335, Roma 1985) cui si possono aggiungere E. Carpentier, Orvieto à la fine du XIIIe siècle. Ville et campagne dans le cadastre de 1292, Paris 1986 e L. Riccetti, La città costruita: lavori pubblici e immagine in Orvieto medievale, Firenze 1992.

Ultimo, ma non meno importante, per quanto riguarda l’Archivio di Stato di Siena, oltre alle pagine della Redon sopra indicate, non mancano di certo gli strumenti di orientamento, anch’essi segno della profonda attenzione al dato archivistico nella tradizione toscana e senese. Si vedano i tre volumi della Guida-inventario  dell’Archivio di Stato, voll. 1-3, Roma 1951-1977: vol. I, vol. II e vol. III.